Ci stupiamo
dell'aumento sulla TASI dopo che hanno trattato ‘a pesci in faccia’ gli
ambulanti dei mercati di via Felice Cavallotti - che si sono visti spostare
senza essere stati consultati in via Bettino Craxi - e del sabato in via
Bixio/F.lli Bandiera - che dovranno invece essere allontanati e compressi sul
piazzale-parcheggio.
Ci stupiamo, ma non
dovremmo farlo. Questa amministrazione, infatti, ha le idee molto confuse su
come si tutela il patrimonio economico di una città.
Non capiscono che non
bastano il ME NE "VADO dA SESTO" e la "FESTA DI SAN
GIOVANNI" perché imprenditori fuori dal nostro comune possano
pensare solo
per un momento a investirvi.

Serve ben altro:
servizi, infrastrutture, arredi urbani, aree pedonali, parcheggi interrati
adiacenti, detassazioni serie, sburocratizzazioni, sportelli dedicati con
consulenti in persona e non virtuali, abbattimenti d'imposte per coloro che
vogliono crescere con investimenti strutturali, e tanto altro.

Siamo la città con le
aree dismesse più grandi d’Europa, una vera opportunità, e ci perdiamo invece a
‘gongolare’ dietro la Città della Salute e della Ricerca, un progetto che,
nonostante l’innegabile importanza, si sta facendo carico di trainare un comune
e la relativa gestione che pesano sempre di più, perché chi governa il
territorio locale non ha altre idee.
Presuntuosi ed
incapaci, si limitano a organizzare il palco itinerante della festa patronale e
a lamentarsi che i banchi del mercato sono prevalentemente gestiti da
stranieri, senza avere però la minima idea di che cosa fare di diverso.
Non sanno ascoltare e
hanno paura del confronto, tradendo, con ciò, il mandato della politica, fatto
di ascolto, confronto e mediazione.
Cari colleghi
commercianti, non fatevi abbindolare da sorrisini e promesse irrealizzabili!
Pensate invece seriamente a un'azione concreta e unitaria affinché possa
tornare a essere ascoltata la voce del mondo economico e commerciale di Sesto
San Giovanni.
Le vetrine della città
sono un bene prezioso e il nostro lavoro è fondamentale per chi ci tratta come
delle nullità.
Provate a pensare solo
per un momento a quanti siamo noi commercianti e al fatto che tale numero
obbligherebbe chi oggi guida questo comune ad ascoltarci.
Una città con le luci
dei negozi spente è infatti una città morta. È necessario tornare a
organizzarci come abbiamo fatto qualche anno fa.
Non farci prendere per
il naso, ma mantenere la barra dritta verso l’obiettivo. Troviamoci,
organizziamoci e prepariamo un vero calendario di programma.
Paolo Vino
Presidente AssoCommercio